Punti chiave
- Il diritto all’oblio afferma il diritto del singolo di eliminare informazioni, sotto determinate condizioni, dalla memoria condivisa della comunità.
- In rete non esiste il tempo inteso in senso tradizionale, tutto è sempre presente contemporaneamente e in modo mescolato, ciò che cambia è l’ordine di apparizione dei contenuti e questo condiziona in modo netto e del tutto nuovo la percezione. Questo ha una conseguenza fortissima e diretta sull’identità digitale e sul concetto di “oblio” on line. Pone dubbi concreti sulla reale possibilità di concepirlo.
- Un contenuto che danneggi l’identità personale è destinato all’oblio solo qualora, nel corso del tempo, non emergano nuovi elementi di interesse pubblico che rendano necessario un ulteriore aggiornamento informativo. L’ambito di applicazione del diritto all’oblio si espande, invece, quando si verifica un affievolimento d’attenzione verso un evento passato. Una volta svanito tale interesse, la lesione dei diritti che deriva dalla sua rievocazione non è mai giustificata.
- Esistono molte tipologie di lesività online e non sono assolutamente tutte uguali. A queste il colpo di spugna digitale può essere applicato solo in pochi casi. Tempi, contesti, relazioni, ruoli, sensibilità sociale su alcuni temi modificano continuamente il quadro di riferimento reputazionale della nostra esistenza e, quindi, il rapporto sociale stesso nelle sue fondamenta.
- Il diritto all’oblio riguarda l’identità digitale e in questo campo esiste una disinformazione di fondo che porta erroneamente a pensare che cancellare sia l’unica via e che un foglio bianco sia una soluzione accettabile. Il foglio bianco equivale a una identità digitale nulla cosa ben lontana dall’essere una posizione soddisfacente.
Che cos’è il diritto all’oblio?
Il diritto all’oblio come garanzia costituzionale anche nel web Per Diritto all’Oblio viene inteso il diritto…
Andrea Barchiesi
Ingegnere elettronico, è uno dei massimi esperti in Italia di analisi e gestione della reputazione…